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Bispensiero della Vittoria
Sempre e comunque si tratta di un successo, di un qualcosa che, in un mondo aperto quale quello in cui viviamo, condurrà a poco a poco all’obiettivo finale che si sarebbe voluto raggiungere. E che importa se prima le aspettative erano diverse, se altro si era detto e fatto? In fondo, l’Eurasia con chi è in guerra?
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Inciampare per non strisciare
Testardo chi continua a conficcare la testa nell’infinito buio del mondo. Pieni di ferite, molto spesso non si riesce a sopportare la desolazione della vita, la sofferenza che ci circonda, il dolore che ci scava, sempre più in profondità. Per niente facile accendere una piccola luce nel mondo, dove ci sono pochi occhi in grado di scorgerla. Certe volte, quando si cammina in pieno giorno, tutto diventa buio. Non è facile ripercorrere le stesse strade, come i pellerossa, che seguivano gli stessi sentieri per tentare di fermare il tempo.
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Accettare la servitù per non morire
C’è chi ritiene il carattere battagliero dei francesi un tratto nazionale, retaggio storico di quella Grande Rivoluzione che mandò sulla ghigliottina i monarchi di Francia, spiegando così il susseguirsi di movimenti sociali dagli obiettivi riformisti ma dalle pratiche radicali. Vera o falsa, è un’ipotesi suggestiva che spiegherebbe anche il motivo della differenza con l’Italia. Se nell’esagono si respira sempre l’aria inebriante del 14 luglio, nella «terra dei morti» a forma di stivale pare indelebile il fetore debilitante dell’8 settembre, data simbolo dell’italica cialtroneria, ipocrisia e inettitudine. Basti considerare l’attualità delle riflessioni che seguono, scritte da un giurista insospettabile di tentazioni sovversive e dedicate allo sbando del Belpaese dopo l’armistizio.
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All’orribile, il tumulto
Insensibili di fronte alla gente, si dirà. Ma quanto sono patetici i piccoli usufruitori della realtà, volontari e promotori della ginnastica dell’obbedienza, che collaborano attivamente al genocidio continuo? Aberranti e patetici come i signori che invocano “un altro progresso e un altro Stato”, bramosi di autorevolezza per mettersi in testa al treno, per soddisfare il loro narcisismo e la loro sete di dominio. Essi non si rendono conto che non è mai esistito un tempo adatto per impadronirsi del treno: lo si può solo fermare.
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Fuori dal branco
Non intendo dire che, una volta “fuori”, i dogmi religiosi appaiano all’improvviso artificiosi e arbitrari; no, essi non perdono subito il loro prestigio, il loro fascino, la loro plausibilità; ma, presto o tardi, finiscono col manifestarsi per quello che sono: le verità proprie ed esclusive della Chiesa, il suo patrimonio spirituale, quello che la distingue dalle altre chiese, anche cristiane; in una parola, la sua ideologia.
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Dov’è la guerra?
Ad oltre 2.500 chilometri di distanza, si dirà, in quell'Ucraina dove è in corso un'invasione brutta e cattiva che in un anno ha provocato circa 8.000 morti fra i civili bombardati per altro da entrambe le parti (a differenza dell'invasione bella e buona dell'Iraq nel 2003, che soltanto il primo anno causò 13.000 morti fra civili bombardati dai soli eserciti invasori). Ma ne siamo proprio sicuri, oppure si tratta di una delle tante illusioni necessarie per meglio continuare a tirare a campare? Ebbene, al di là delle Alpi questa illusione è appena finita.
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230314a
Un film, seppur diverso da un libro, può anch'esso far volare l'immaginazione. Quanto ai riconoscimenti attribuiti a certe pellicole, più che altro una grande pubblicità per la società dello spettacolo. Chissà che qualcuno, a Los Angeles, non abbia compreso che quella che subiamo ogni giorno è anche la società della tecnica? Fatto sta che la notte degli Oscar è stata funestata da qualche intoppo, non del tutto risolto per la serata finale.
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230313a
Chi mastica filosofia sicuramente conoscerà il frammento dell'oscuro Eraclito che recitava così: il fuoco sperimenta l'immediatezza. Nel carcere di Cremona, chi rappresenta l'autorità ha constatato la potenza di simili parole. Quando gli aguzzini in divisa prendono paura, la sperimentazione della libertà alleggerisce l'ordine delle cose.
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Il terremoto di Messina
Mentre gli umani riposano, i ricchi in un tranquillo far niente, i poveri in un sonno fatto di stanchezza e di sfinimento, dalle viscere della terra sale un urlo sinistro. Con convulsioni titaniche, la terra apre abissi giganteschi, scuote il grappolo umano abbarbicato al suo fianco. Con una grandiosa rivolta, si sbarazza dell’uomo parassita, che vive d’essa e per essa.
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Nel paese delle democrazie
Se in Germania scattano le manette ai polsi di chi va in giro esponendo una lettera “Z” sul finestrino dell'automobile, mentre in Inghilterra vengono puniti gli attivisti che evocano la crisi climatica in tribunale, qui in Italia si arrestano singoli individui con la fantasiosa accusa di «autoaddestramento al terrorismo» oppure si sanzionano artisti che invitano a «demilitarizzare il mondo». Negli ultimi anni è il diritto ad attraversare una fastidiosa eclissi, oppure è il potere ad aver sempre meno bisogno di camuffare la propria essenza totalitaria? Bisogna aggrapparsi al lumicino costituzionale, o saltare nel buio dell'anomia? Riproponiamo qui un testo apparso sì otto anni fa, ma che affronta argomenti quanto mai attuali.