• 221211a

    Fatti e notizie. Non sempre dai primi scaturiscono le seconde. È notizia di una settimana fa l’arresto avvenuto a Livorno di un individuo accusato di aver incendiato, tra ottobre e novembre, alcuni ripetitori telefonici fra Livorno e Pisa. Chi pare intenda battersi contro «l’ordine mondiale» finisce in galera; ecco una notizia che merita d’essere diffusa fra il grande pubblico! Viceversa, a chi volete che interessi sapere il fatto che, tra ottobre e novembre, alcuni ripetitori telefonici fra Livorno e Pisa sono stati dati alle fiamme? Riportare fatti del genere, farli diventare notizie, no, non conviene. Potrebbero far venire cattive idee… meglio accennarli a malapena, se proprio non se ne può fare a meno, o tacerli…

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  • Comédie tragique

    C’est une conseillère du Prince envoyée de l’autre côté de la frontière, qui déclare aujourd’hui être très « choquée ». Grâce à ses affables services, elle ne pensait mériter que prébendes, honneurs, interviews, applaudissements.

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  • Commedia tragica

    Lei è una consigliera del Principe inviata oltre confine che oggi dichiara di essere molto «scossa». Grazie ai suoi graziosi servigi, riteneva di meritarsi solo prebende, onori, interviste, applausi. Mai avrebbe pensato di venire svegliata di soprassalto nel cuore della notte perché una delle sue auto era stata data alle fiamme. Mai avrebbe pensato di correre un simile «rischio», a suo dire «inaspettato». In fondo è solo una diplomatica, la rappresentante all’estero di uno Stato. Chi mai potrebbe volergliene solo per questo?

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  • One hundred years and loneliness

    There are two historical events that happened a month apart from each other, which in my mind remain closely linked. One (very well-known) evokes for me the other (unknown to most). This is why the clamor aroused by the centenary of the event that marked the rise of fascism to power, the march on Rome of October 28, 1922, could only bring to my mind the disappearance of the anarchist Renzo Novatore, outlaw and poet, killed by the carabinieri during a firefight on November 29 of the same year near Genoa.

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  • Cent’anni e la solitudine

    Ci sono due fatti storici avvenuti ad un mese di distanza l’uno dall’altro, che nella mia mente rimangono strettamente legati. Uno (celeberrimo) mi evoca l’altro (sconosciuto ai più). Ecco perché il clamore suscitato dal centenario dell’evento che ha segnato l’ascesa al potere del fascismo, la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, non poteva che far riaffiorare nella mia mente la scomparsa dell’anarchico Renzo Novatore, bandito e poeta, ucciso dai carabinieri nel corso di un conflitto a fuoco il 29 novembre di quello stesso anno...

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  • Nella selva

    Avventurarsi nel bosco è questione sempre gradita per chi sente ostilità verso ciò che lo circonda. Spezzare il disincanto dell’urbano è preziosa possibilità. Alla ricerca di un qualcosa che ci curi, come il ginepro e la menta, da cui trarre un magnifico unguento che possa alleviare i nostri dolori. Giunti in una selva, attizziamo lo sguardo e intorno a noi scrutiamo animali, fiori e alberi. Essi ci parlano, ci chiamano, invocando la nostra assenza. Ogni arbusto ci vede come un estraneo che sta visitando un territorio non suo e ci sussurra che lui è qui, con la sua storia e le sue forme.

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  • Le tenebre dello sciopero e la fame di idee

    La società in cui viviamo ha bisogno del carcere. Fatto lapalissiano, imponderabile per un dominio che fa della reclusione un monito contro chi sogna, chi si dispera, chi desidera altro. La logica dell’internamento coatto è passata storicamente anche dai lager nazisti ma è diventata totale nel regno delle democrazie del consumo. Campi di concentramento e luoghi di internamento si mischiano nella varietà della segregazione: prigioni, gabbie, centri di reclusione, carceri minorili, istituzioni psichiatriche, sorveglianze speciali e domiciliari, magari con un odioso braccialetto elettronico che non ti abbandona mai, sono strutture materiali e fortificazioni repressive sempre più invasive che si installano nelle menti.

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  • 220927a

    Assieme ad altri giovani, era stato convocato il 26 settembre dalla Commissione militare nella regione di Irkutsk, in piena Siberia, per essere mobilitato e spedito al fronte. Nel locale centro di arruolamento si è trovato davanti il responsabile del centro, generale Alexander Eliseev, il quale gli ha chiesto di fare un discorso per incoraggiare i suoi coetanei presenti. E lui, Ruslan Zinin, ha obbedito. Prima ha chiarito che nessuno sarebbe andato da nessuna parte, poi ha estratto una pistola e ha sparato in testa al generale, infine ha esortato i presenti a tornarsene a casa. Lo hanno arrestato, chissà perché. Non doveva uccidere in guerra? Lo ha fatto.

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  • Il canto del cigno

    Sotto gli acquazzoni così caratteristici della Scozia, centinaia di esperti e delegati di tutti gli Stati del mondo si sono incontrati all'inizio di novembre 2021 in occasione del ventiseiesimo vertice sul cambiamento climatico organizzato dalle Nazioni Unite. Chiamato COP26, era lungi dall'essere un viaggio inaugurale e molte orchestre erano già state assoldate per accompagnare le peripezie dell'industrialismo durante il suo naufragio annunciato.

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  • Io non ci sarò

    Premessa. Chi scrive non ha mai votato in vita sua, nonostante quasi quarant’anni di reiterate occasioni. Non sono perciò un ex-elettore oramai deluso e disingannato, non sono uno scioperante o un disertore delle urne; piuttosto, un renitente. Non ho mai avvertito il senso, l’importanza, la necessità, l’interesse, il dovere, nemmeno la curiosità di presentarmi a un seggio, non capendo come si possa delegare ad altri il compito di decidere come vivere la propria vita.

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