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220725a
Un black out della rete elettrica può intasare senza preavviso aziende e strade – com’è accaduto a Trieste il pomeriggio del 19 luglio e poi a Cremona il 23 dello stesso mese. Ma può anche bloccare le telecamere e interrompere le attività di un carcere – com’è accaduto a Cuneo la sera del 20 luglio – facendo montare le proteste dei detenuti. Il buio contro il neon dell’autorità.
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Conservarsi?
Ci hanno provato in ogni modo nel corso dei millenni. Trovare una formula per conservare il potere. Strapparne alcuni frammenti dal flusso assicurandosi così la vita eterna. Ci hanno provato con le piramidi, ma il tempo ne ha eroso la grandezza. Ci hanno provato con le statue, ma la pioggia ne ha dilavato i lineamenti. Ci hanno provato con le colonne e gli archi, ma i successori ne hanno cancellato i nomi. Ci hanno provato con dipinti ed affreschi, ma nuova calce ha ricoperto sempre quella precedente. Figli di quelle autorità passate che si credevano dèi, alcuni cercano ancora oggi di conservare il potere affidandosi a parafulmini e talismani.
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Meri ingranaggi?
La parola «rimozione» riempie giornali, riviste, programmi radiofonici. I trentasei anni trascorsi da allora sarebbero stati «anni della rimozione». Ma è proprio vero che ora il «rimosso» è affiorato? Che dopo un periodo così lungo di latenza, è iniziata improvvisamente una seduta terapeutica per centomila se non per milioni di persone? Ne dubito.
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220717b
A Quebec qualche anima sensibile ha concesso ai forzati iperconnessi un giorno di silenzio e pace, recidendo alcune fibre ottiche di una grossa compagnia di telecomunicazione canadese. In tanti sono rimasti tagliati fuori da internet, senza la possibilità di inebetirsi davanti alla TV, costretti per lunghe ore a leggere, parlare con gli amici, pensare…
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220717a
Per un rinomato medico di una provincia lombarda, passare dall’esultanza (per la sentenza della Corte Suprema americana contro l’aborto) alla rabbia (per i muri e la targa del proprio studio danneggiati e imbrattati di vernice rossa), è stato un amen.
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Nessun lieto fine
Una volta che l’immaginario istituzionale ha dimostrato di aver trionfato pressoché dappertutto, non gli resta che una cosa da fare: liquidare gli ultimi scarti dalla norma rimasti in circolazione, compito burocratico da sbrigare il più in fretta possibile al fine di bonificare l’intero territorio.
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La lotta contro la guerra non è opera di pace
La costruzione di un mondo in cui le cause dei conflitti violenti collettivi siano eliminate non è opera di pace. Anche se iniziata con metodi e mezzi pacifici, presto o tardi sarà considerata dai privilegiati del potere e del denaro come un attacco diretto ai loro interessi ed ostacolata quindi con la violenza. Per questo la lotta contro la guerra è in sé una lotta rivoluzionaria.
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220710b
Nello Sri Lanka le cose vanno male, la fame dilaga, la gente è esasperata, però ha capito a chi attribuire la responsabilità della propria disastrosa condizione: arrivata in massa nella capitale, ha fatto irruzione nel palazzo del presidente costringendolo a una fuga precipitosa. E se dovunque, scuotendosi dalla rassegnazione, si desse seguito all'antico detto: «Piove, governo ladro!»?
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220710a
Indigeni e meticci, neri e bianchi, in rivolta contro il governo, stanno paralizzando buona parte dell'Ecuador. Occupata e chiusa una centrale elettrica, bloccate le vie di comunicazione e l’economia. Quando parole come «sciopero» acquisiscono un significato.
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La nemesi della medicina
Dopo aver letto "Nemesi medica", cinque luminari del mondo medico tedesco hanno avviato un dibattito con Ivan Illich. Si tratta di Harald Bräutigam, ginecologo di Amburgo, dei professori Hans Schäfer, Thure von Uexküll e Hans-Georg Wolters, e di Hans Tons, direttore della Federazione delle casse malattia. Questo dibattito, a tratti molto vivace, è stato organizzato e registrato dal settimanale di Amburgo "Die Zeit", che lo ha pubblicato integralmente il 18 aprile 1975.