• Il terremoto di Messina

    Mentre gli umani riposano, i ricchi in un tranquillo far niente, i poveri in un sonno fatto di stanchezza e di sfinimento, dalle viscere della terra sale un urlo sinistro. Con convulsioni titaniche, la terra apre abissi giganteschi, scuote il grappolo umano abbarbicato al suo fianco. Con una grandiosa rivolta, si sbarazza dell’uomo parassita, che vive d’essa e per essa.

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  • Nel paese delle democrazie

    Se in Germania scattano le manette ai polsi di chi va in giro esponendo una lettera “Z” sul finestrino dell'automobile, mentre in Inghilterra vengono puniti gli attivisti che evocano la crisi climatica in tribunale, qui in Italia si arrestano singoli individui con la fantasiosa accusa di «autoaddestramento al terrorismo» oppure si sanzionano artisti che invitano a «demilitarizzare il mondo». Negli ultimi anni è il diritto ad attraversare una fastidiosa eclissi, oppure è il potere ad aver sempre meno bisogno di camuffare la propria essenza totalitaria? Bisogna aggrapparsi al lumicino costituzionale, o saltare nel buio dell'anomia? Riproponiamo qui un testo apparso sì otto anni fa, ma che affronta argomenti quanto mai attuali.

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  • «Nessuna giustizia, nessuna pace»

    Non si tratta di una rivendicazione, ma di un’affermazione. Non è un’educata richiesta, né un invito formale e nemmeno un seccato rimprovero indirizzato a chi sta in alto. È l’espressione di una constatazione, spesso amara, sempre rabbiosa, frutto dell’esperienza e della logica conseguente, che si diffonde tra chi sta in basso. Serpeggia, si insinua, si allarga e poco alla volta, goccia dopo goccia, monta fino ad esplodere. Non ci può essere pace dove non c’è giustizia. Laddove trionfa l'abuso, il sopruso, l'arroganza, non ci può essere tranquillità. Non ci deve essere tranquillità.

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