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220907a
I pagamenti «contactless» sono ormai una prassi in diversi paesi del nord Europa. Da poco in Italia è obbligatorio per qualunque attività commerciale garantire il pagamento tramite carta. Ma come sono amministrate tali procedure? chi se ne occupa? Il POS è un dispositivo che permette di accettare pagamenti con carta di credito o debito attraverso la lettura di un chip. Alcune aziende specializzate si occupano delle piattaforme digitali messe a disposizione delle banche. CSC Italia è una di queste. A quanto pare l'incendio divampato qualche notte fa in uno dei suoi stabilimenti a Gessate ha causato la distruzione di circa cinquemila POS.
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Il virtuale è reale, il reale è virtuale
Vivere in un incubo atomico sembra aver offuscato le nostre infinite possibilità di fare emergere un senso critico. Al contempo, la sola possibilità di un annientamento generale, data dalla presenza dell’energia nucleare, rende palese la brutalità di questo mondo. Immersi in una realtà di cui ormai, più o meno consapevolmente, siamo ostaggio, diveniamo perenni riproduttori dell'abitudine di sopravvivere.
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Fare la nostra guerra
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Terra bruciata
Malgrado i tentativi da parte di tutte le nazioni per provocare la pioggia, le precipitazioni erano diventate sempre più scarse. Infine, quando era stato chiaro che non poteva piovere perché non c'erano nuvole, non si era più tentato niente. A questo punto l'attenzione era stata rivolta alla più genuina fonte di pioggia, la superficie dell'oceano, da cui l'acqua avrebbe dovuto evaporare. Era bastato un superficiale esame scientifico per capire che le origini della siccità si trovavano lì.
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220725a
Un black out della rete elettrica può intasare senza preavviso aziende e strade – com’è accaduto a Trieste il pomeriggio del 19 luglio e poi a Cremona il 23 dello stesso mese. Ma può anche bloccare le telecamere e interrompere le attività di un carcere – com’è accaduto a Cuneo la sera del 20 luglio – facendo montare le proteste dei detenuti. Il buio contro il neon dell’autorità.
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Meri ingranaggi?
La parola «rimozione» riempie giornali, riviste, programmi radiofonici. I trentasei anni trascorsi da allora sarebbero stati «anni della rimozione». Ma è proprio vero che ora il «rimosso» è affiorato? Che dopo un periodo così lungo di latenza, è iniziata improvvisamente una seduta terapeutica per centomila se non per milioni di persone? Ne dubito.
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A Quebec qualche anima sensibile ha concesso ai forzati iperconnessi un giorno di silenzio e pace, recidendo alcune fibre ottiche di una grossa compagnia di telecomunicazione canadese. In tanti sono rimasti tagliati fuori da internet, senza la possibilità di inebetirsi davanti alla TV, costretti per lunghe ore a leggere, parlare con gli amici, pensare…
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220717a
Per un rinomato medico di una provincia lombarda, passare dall’esultanza (per la sentenza della Corte Suprema americana contro l’aborto) alla rabbia (per i muri e la targa del proprio studio danneggiati e imbrattati di vernice rossa), è stato un amen.
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Nessun lieto fine
Una volta che l’immaginario istituzionale ha dimostrato di aver trionfato pressoché dappertutto, non gli resta che una cosa da fare: liquidare gli ultimi scarti dalla norma rimasti in circolazione, compito burocratico da sbrigare il più in fretta possibile al fine di bonificare l’intero territorio.
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La lotta contro la guerra non è opera di pace
La costruzione di un mondo in cui le cause dei conflitti violenti collettivi siano eliminate non è opera di pace. Anche se iniziata con metodi e mezzi pacifici, presto o tardi sarà considerata dai privilegiati del potere e del denaro come un attacco diretto ai loro interessi ed ostacolata quindi con la violenza. Per questo la lotta contro la guerra è in sé una lotta rivoluzionaria.