• Humour nero

    Mentre le istituzioni di mezzo mondo si stanno preparando a «fare la festa» al surrealismo per il suo centesimo anniversario, i pochi irriducibili sopravvissuti di coloro che presero parte al movimento surrealista originale stanno scomparendo uno ad una. Il mese di luglio è stato micidiale. Il 25 è morto Sergio Lima (1939) che, dopo essersi recato a Parigi nel 1961 espressamente per incontrare André Breton, per oltre 60 anni ha animato il surrealismo in Brasile. Il 29 ci ha lasciato Annie Le Brun (1942) che, dopo aver frequentato gli ambienti anarchici ed aver conosciuto Breton nel 1963, ha trascorso l’intera sua vita a battersi in difesa dell’«infrangibile nucleo notturno» del desiderio. Per entrambi, il surrealismo…

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  • Nord-Sud-Est-Ovest

    La sera dello scorso 25 luglio, a Parigi, l’eccitazione era alle stelle. (Quasi) tutti gli occhi erano puntati sulla Ville Lumière: l’indomani sarebbe stato il grande giorno, quello dell’apertura ufficiale della XXXIII edizione dei Giochi Olimpici. Gli organizzatori avevano pre-annunciato un’inaugurazione all’altezza della grandeur francese — una sfilata «audace, originale, unica» sulla Senna. Lo sgradevole ricordo della precedente edizione giapponese, rimandata di un anno causa morbo minore e tenutasi davanti agli spalti vuoti, doveva essere cancellato. Questa volta nulla e nessuno avrebbe potuto ostacolare lo sfarzoso ritorno dei Giochi  nella patria del loro creatore, il barone De Coubertin. Né un eco-sistema stremato da secoli di industrialismo, né un conflitto locale, possibile scintilla di una guerra…

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  • Il Creatore

    Aveva un nome e uno pseudonimo, in certo qual modo entrambi sfuggenti. Con il primo — reso inafferrabile dalle sue numerose declinazioni (il cognome variava da Friedlaender a Friedländer, passando per Friedlænder; mentre la S. che lo precede per alcuni indicava Solomo o Solomon, per altri Salomo o Salomon) — si presentava nei panni del filosofo serio, dal linguaggio astruso, studioso di Schopenhauer, Nietzsche e soprattutto Kant. Mentre col secondo — la negazione di ogni identità, ovvero la parola anonym letta al contrario — Mynona offriva pubbliche letture nei cabaret berlinesi e firmava novelle grottesche ironiche, sarcastiche, provocatorie, impudenti, che costituivano un «carnevale della logica».

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  • Fasci di riflessi condizionati

    La disumanizzazione messa in atto dal terrore consiste anzitutto nell’integrare completamente la popolazione in collettivi che paralizzano qualsiasi comunicazione tra gli esseri umani, nonostante, o meglio, proprio a causa dell'enorme apparato di comunicazione del quale sono in balìa. Adesso aggiungerei che in questo processo psicologico di massa un meccanismo importante dev'essere stato il rogo dei libri. In una situazione di terrore il singolo è sempre solo e non è mai solo. S’intorpidisce e diventa insensibile non soltanto nei rapporti con gli altri, ma anche in relazione a se stesso. La paura gli toglie la capacità di reazioni emotive e conoscitive spontanee. Lo stesso atto del pensiero si traduce in stupidità...

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  • Resistenti alle circostanze

    L’evoluzione «storica» non è al di sopra dei valori umani. Essa può essere giudicata da questi valori, la cui costanza è il solo criterio del «progresso». Sotto quest’aspetto esistono idee «indipendenti dalle circostanze», non sospese tra le nuvole, ma inerenti agli uomini e resistenti alle circostanze. E queste resistenze, di cui gli anarchici hanno così spesso dato prova, non hanno sempre il significato negativo che abitualmente si dà all’«atavismo», al «pregiudizio».

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  • Prodotti

    «In un certo senso le nostre scuole sono delle fabbriche, fabbriche all’interno delle quali i materiali grezzi – i bambini – devono essere plasmati in prodotti […]. Le caratteristiche di fabbricazione rispondono alle esigenze della civiltà del XX secolo, e spetta alla scuola produrre alunni secondo i suoi bisogni specifici»

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  • Senza discutere

    La dittatura di Hitler è stata la prima dittatura di uno Stato industriale nell’era della tecnologia moderna, una dittatura che ha usato alla perfezione tutti gli strumenti della tecnologia per dominare il proprio popolo. Grazie a strumenti tecnologici come la radio e i sistemi di comunicazione pubblica, ottanta milioni di persone hanno potuto essere assoggettate alla volontà di una sola persona. Il telefono, la telescrivente e la radio permettevano di inviare i comandi dai livelli più alti direttamente agli organi più bassi, dove, grazie alla loro elevata autorità, venivano eseguiti senza discutere.

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  • Sorge «l’Uomo Moderno»

    Essere moderno significa essere alla moda, cioè scartare il passato come si scarterebbero gli abiti dell'anno scorso, e portare la stessa uniforme dei propri contemporanei. Nel sedicesimo secolo, il termine «new-fangled» (all’ultima moda) era ancor sempre un epiteto di rimprovero: Filippo di Spagna più tardi classifica «gli innovatori» insieme agli insolventi, ai malcontenti e ai fuorilegge. Ma poi la novità di un costume cessò di essere un peggiorativo: fumare la pipa, andare in carrozza di posta, mangiare patate, bere tè, preferire Descartes ad Aristotele o Swift a Giovenale non era più un'audacia. Cambiamento, innovazione, progresso divennero l'ordine del giorno.

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