• Dal fiume al mare, condannate Israele?

    Per provocare crepe nella propaganda che vorrebbe ridurre il genocidio in corso a Gaza ad una legittima difesa degli «ebrei» (e dell’intero occidente) davanti ad una brutale aggressione dei «palestinesi» (e di molti paesi medio-orientali), cosa c’è di meglio che riportare la voce discordante di chi non teme di venir additato come una sorta di «traditore della razza»? Americano, ebreo, insegna al Los Angeles College, l’autore di questo testo è palesemente un «liberal» insospettabile di qualsivoglia estremismo politico. Cosa che non gli impedisce di cogliere lo stretto legame, si potrebbe quasi dire genealogico, che unisce il governo israeliano a quello statunitense.

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  • Los vivos, los muertos

    A mediados de los años 60, como parte de una exposición que pretendía reivindicar la desviación absoluta con respecto a una sociedad del consumo y de las máquinas que en la época no había dado mas que sus primeros pasos, hubo quien pensó en crear (o presentar) un disfraz particular, el del Necrófilo...

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  • The Living, the Dead

    Because there are dead who with their words and actions remind and criticize us, spur us on and question us, inspire and console us. We may no longer be able to look them in the eye, but they are there, at our side – perhaps inciting us to unleash the bad passion, not take over the means of production, to savor joy armed, not chase after worker's power.

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  • The Bloody Pillow

    The fanfare of the oppressors is at work. Everyone tears their clothes, faced with yet another slaughter of a girl perpetrated by the ex-boyfriend tormentor. Everyone is climbing on the bandwagon of the Good: polished fascists, very chic and not very radical leftoids, movement activists always ready to ask the state to do something, pious souls who aren’t able to understand how the children of this society can be as possessive as they are brutal. This whole bandwagon, in every one of its gestures, in every one of its moments, in every one of its steps, always brings us back to reality: this is certainly a rotten world, but without a bit of slavery, a…

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  • I vivi, i morti

    Perché ci sono morti che con le loro parole e le loro azioni ci suggeriscono e ci criticano, ci spronano e ci interrogano, ci ispirano e ci consolano. Non li potremo (più) guardare negli occhi, ma loro sono lì, al nostro fianco – incitandoci magari a scatenare le cattive passioni, non a conquistare i mezzi di produzione, ad assaporare la gioia armata, non ad inseguire il potere operaio.

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