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La cieca vita
Questi esseri umani che trascorrono la propria vita agli ordini dell'autorità, del denaro, della tecnologia, davanti a schermi di tutte le dimensioni, non sono forse gli ignavi disprezzati dal sommo poeta, «le genti dolorose c'hanno perduto il ben de l'intelletto»? Questi uomini e queste donne vogliosi solo di carriera e sicurezza non hanno «l'anime triste di coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo»? Gli onesti e rispettosi cittadini usi ad obbedir tacendo pur di non avere guai, pur di non correre rischi, non assomigliano a «questi sciaurati, che mai non fur vivi»? Delle vittime della propria ignavia non si può dire che «la lor cieca vita è tanto bassa, che 'nvidiosi son d'ogne altra…
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In tempi di ecocidio
Alcuni interrogativi contemporanei per l’azione anarchica
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Bolscevismo… e questione nazionale
Dopo l'abolizione del dispotismo zarista durante la rivoluzione del 1917, le prospettive di rapporti nuovi e liberi tra i popoli, fino a quel momento sottoposti al violento giogo dello Stato russo, si profilarono all'orizzonte dei lavoratori. L'idea di una totale autodeterminazione, fino alla separazione completa dallo Stato russo, nacque così naturalmente tra questi popoli. Si espresse in maniera molto netta in Ucraina, senza conoscere fin da subito una formulazione ben definita.
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Mentre nel Belpaese italiota tutto permane pressoché immobile e silente, altrove perfino gli uccelli s’incazzano in modo inconsueto. Nella sola regione di Düsseldorf si susseguono i loro attacchi incendiari contro le ferrovie, in concomitanza con i consistenti scioperi in atto nel paese e delle numerose e variegate azioni di sabotaggio.
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Un modo garbato di balzare alla gola dell’occasione. Senza ricorrere ai soliti argomenti per demonizzare l’Alta Velocità, perché non approfittare piuttosto dei suoi lavori in corso? Ad esempio appiccando il fuoco ai cavidotti lungo l’autostrada Torino-Bardonecchia, e bloccando comunicazioni e connessione internet in diversi Comuni della Val di Susa.
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Tripping so as not to crawl
Stubborn is the one who keeps sticking his head into the infinite darkness of the world. Full of wounds, he is very often not able to bear the desolation of life, the suffering that surrounds us, the pain that digs deeper and deeper into us. Not at all easy to turn on a small light in the world where there are few eyes able to catch sight of it. Sometimes when walking in broad daylight, everything goes dark. It’s not easy to retrace the same roads, like red Indians, who follow the same paths trying to stop time.
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«Che cos’è ‘sto lavoro?!!»
L'inferno non sarà di questo mondo, ma una cappa di piombo sembra essere pesantemente piantata sulle coscienze e sui cuori, poiché il tentativo di riflettere sulla nostra sorte in modo più profondo e diverso dalle logiche contabili e gestionali dello Stato, dei media e dei sindacati, si scontra troppo spesso coi muri fatalisti o moralistici che fanno soffocare il pensiero negli schemi dominanti: «è sempre stato così», «ci deve pur essere qualcuno che decide per gli altri», «basta votare o schierarsi», quando non è la più semplice rassegnazione a giustificare l'abbandono per difetto: «in ogni caso, alla fine i politici e i padroni fanno quello che vogliono, quindi non serve a nulla agitarsi troppo».