• Tecnica e dittatura

    La dittatura di Hitler è stata la prima dittatura di uno Stato industriale nell’era della tecnologia moderna, una dittatura che ha usato alla perfezione tutti gli strumenti della tecnologia per dominare il proprio popolo. Grazie a strumenti tecnologici come la radio e i sistemi di comunicazione pubblica, ottanta milioni di persone hanno potuto essere assoggettate alla volontà di una sola persona. Il telefono, la telescrivente e la radio permettevano di inviare i comandi dai livelli più alti direttamente agli organi più bassi, dove, grazie alla loro elevata autorità, venivano eseguiti senza discutere.

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  • Ancora due

    Con una poesia di appena otto versi, Jakob van Hoddis divenne il poeta dell’espressionismo, colui che seppe esprimere ansie e speranze davanti alla fine della società borghese tedesca del tempo... Pubblicato nel 1956 sulla rivista brasiliana Anhembi, lo studio di Péret sul Quilombo dos Palmares è un buon esempio di quel che si dice «spazzolare la storia contropelo»...

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  • Il colonialismo non è morto

    La prima idea che l'esame della realtà impone è questa: il colonialismo è un regime di sfruttamento forsennato di immense masse umane, che ha origine nella violenza e che si sostiene solo mediante la violenza. So bene che si è cercato di oscurare questa idea iniziale, di distorcerla, che in particolare per esigenze della causa si è voluto fare della colonizzazione un aspetto di un certo dinamismo della civiltà. Ma questa impresa di mistificazione ha sempre meno possibilità di successo e il miglior segno di questo fallimento è dato dal fatto che anche i più ardenti sostenitori dell'azione colonizzatrice hanno una maggiore difficoltà a mantenersi al passo con questa menzogna.

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  • Avviso ai viandanti dell’idea in cerca di oasi

    A trent’anni dalla loro prima edizione tornano disponibili tre vecchi titoli delle edizioni Gratis, rivisti e corretti, a cui presto si aggiungeranno alcune novità. In preparazione anche un nuovo catalogo in rivista, in solo formato elettronico, dopo quello cartaceo dello scorso millennio (novembre 1993). Come dite? Nessuno legge più libri? E allora? Se c’è chi ha avuto la sublime follia di aprire una libreria in mezzo ad un deserto, perché noi dovremmo rinunciare a pubblicare libri?

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  • Perché non esistono più contraddizioni

    Non c’è contraddizione dicendo che un tale preferisce le arance alle mele, e anche che preferisce le mele alle arance, se la prima dichiarazione è fatta nel contesto di scegliere il disegno per la tappezzeria, e l’altra invece nel contesto di scegliere la frutta per il dessert. Le due affermazioni sono opposte, ma non contraddittorie. Se invece le due affermazioni fossero fatte in un contesto unico, ininterrotto e coerente, allora si contraddirebbero e non potrebbero essere entrambe vere. In breve, la contraddizione richiede che le affermazioni e i fatti siano percepiti come aspetti correlati di un contesto ininterrotto e coerente. Se il contesto non esiste o è spezzato, la contraddizione scompare.

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  • Casa Cassiopea

    Sta aprendo in questi mesi Casa Cassiopea, uno spazio anarchico situato a Magnano, in provincia di Biella. Attualmente è utilizzabile il laboratorio dedicato alla stampa, la scansione e la rilegatura. La biblioteca, sia fisica che digitale, è ancora in corso di allestimento, al pari di molti altri spazi.Purtroppo il sito cassiopea (dot) house non è attivo, ma per qualsivoglia comunicazione è già utilizzabile la mail info (at) cassiopea (dot) house.

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  • Dal fiume al mare, condannate Israele?

    Per provocare crepe nella propaganda che vorrebbe ridurre il genocidio in corso a Gaza ad una legittima difesa degli «ebrei» (e dell’intero occidente) davanti ad una brutale aggressione dei «palestinesi» (e di molti paesi medio-orientali), cosa c’è di meglio che riportare la voce discordante di chi non teme di venir additato come una sorta di «traditore della razza»? Americano, ebreo, insegna al Los Angeles College, l’autore di questo testo è palesemente un «liberal» insospettabile di qualsivoglia estremismo politico. Cosa che non gli impedisce di cogliere lo stretto legame, si potrebbe quasi dire genealogico, che unisce il governo israeliano a quello statunitense.

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  • I vivi, i morti

    Perché ci sono morti che con le loro parole e le loro azioni ci suggeriscono e ci criticano, ci spronano e ci interrogano, ci ispirano e ci consolano. Non li potremo (più) guardare negli occhi, ma loro sono lì, al nostro fianco – incitandoci magari a scatenare le cattive passioni, non a conquistare i mezzi di produzione, ad assaporare la gioia armata, non ad inseguire il potere operaio.

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  • Il cuscino insanguinato

    La fanfara degli oppressori è all’opera. Tutti si stracciano le vesti, davanti all’ennesimo massacro di una ragazza perpetrato dall’ex-fidanzato aguzzino. Sul carro del Bene ci stanno salendo proprio tutti: fascisti patinati, sinistroidi molto chic e poco radicali, movimentisti sempre lesti a chiedere allo Stato di fare qualcosa, anime pie che non riescono a capacitarsi di come i figli di questa società possano essere tanto possessivi quanto brutali. Tutto questo carrozzone, in ogni suo gesto, in ogni suo momento, in ogni suo passo ci riporta sempre alla realtà

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