Calcolare il mondo
Ciò che mancava in quest’epoca sono senza dubbio i computer. In effetti sembra che più ce ne siano più se ne desiderino, in un vortice senza fine di potenza di calcolo che reclama altra potenza di calcolo. Forse per questo verrà inaugurato il 24 Novembre a Bologna il quarto computer più potente del Mondo. E sarà il Capo dello Stato in persona a tagliare il nastro e a spalancare le porte ad un mondo nuovo tutto da calcolare.
Un mondo in cui la realtà stessa viene superata dalla sua simulazione. Come immaginare infatti di poter vivere uno spazio senza prima saper modellizzare una smart city ed i suoi flussi? Come trovare nuove mirabilanti applicazioni tecniche (dai farmaci ai vaccini, dall’interfaccia essere umano/macchina alla modificazione genetica in vivo e in vitro) se non simulando come esse interagiranno probabilisticamente con corpi altrettanto simulati? Se già da tempo la materialità stessa della realtà è sotto la lente del Dominio, non stupisce che possa essere resa antiquata da un metaverso di altre illusorie costruzioni di senso.
“Quanto più ho capacità calcolo, tanto più la simulazione è precisa”, rimarca il top manager di Atos Giuseppe di Franco. E che ne sarà di chi resta irriducibile a questo modo di vedere il mondo? Di chi ancora ritiene che le passioni brucianti non siano equazioni o algoritmi che permettono di prevedere ciò che faremo in quanto particelle isolate sospinte dalla corrente dello sciame? Adeguarsi o restare esclusi.
E questo mondo, sospeso tra aspiranti precog in silicio e adepti in carne ossa delle future teologie per computer, davvero è convinto di poter ridurre la molteplicità della realtà ad una semplice serie di variabili calcolabili? Di essere in grado di derivare dalla complessità un fascio di possibilità statistiche relative a ciò che il futuro sarà? Per fortuna la presunzione induttivista non ha svolto un buon servigio al tacchino tanto quanto non potrà rassicurare il tecnico umano.
[Soffi, n°1, 18/11/22]